Le nuove sfide dell’immigrazione
La Comunità del Foligno 1 ha organizzato:
nella sala per conferenze della Chiesa del Santissimo Nome di Gesù . un incontro dal titolo “Le nuove sfide dell’immigrazione”. Riflessioni e Contributo di un sacerdote e giurista africano.
E’ intervenuto Padre Emile Kouveglo Conferenziere internazionale su temi di diritto, è originario del Benin dove è nato , ha passato la sua gioventù negli scout del Benin ” scout che gli hanno dato molto”, ordinato sacerdote ne è stato assistente fino a pochi anni fà, ( n.d. r. ancora scout nel cuore ) . Durante gli anni di formazione nel Seminario maggiore di Ouidah (in Benin), è stato direttore de la rivista “La voix de Saint Gall” specializzata nella ricerca sulla cultura africana. Successivamente ha ottenuto un dottorato in utroque iure (diritto canonico e diritto civile) presso la Pontificia Università Lateranense. Attualmente è docente incaricato di diritto canonique presso la medesima università, vice rettore del Pontificio Collegio Lateranense, e coordinatore diocesano delle cappellanie delle Università straniere nella diocesi di Roma. Il suo intervento non è stato per scelta, così come anticipato da Don Simone Marchi assistente del Foligno 1 che lo ha presentato, una lectio magistralis ma un racconto/lettura da uomo Africano del fenomeno dell’immigrazione . Prima di prendere in considerazione il fenomeno sul fronte Europeo ha voluto rappresentare ai A.S presenti la situazione economica sociale Africana evidenziandone ” le evidenti diversità rilevabili nei 54 diversi Stati in cui è diviso il continente” e ricordando che “in Africa vive una popolazione di 1,2 miliardi abitanti” . La diversità delle situazioni territoriali in cui si trovano i singoli paesi li pone in scale diverse di difficoltà economica e sociale . Ovviamente si scappa dagli stati in guerra o dove esistono fenomeni dittatoriali acutizzati da lotte interne e tribali che rendono difficile la sicurezza fisica e questo accade per poche nazioni anche se sicuramente importanti ma in linea generale il fenomeno dell’emigrazione non deriva da questa tipologia di problemi, entrano in gioco altri fattori , come si potrebbe pensare fame o povertà potrebbero costringere a scappare ed emigrare, Padre Emile ricorda che “un contadino Africano non muore di fame come da noi ” ma come per tutti gli uomini, ed è nella sua natura, come per tutti cercare situazioni di vita meno difficili ed in Africa spesso è molto faticoso ed improduttivo lavorare la terra e si preferisce lasciare le campagne per le città e per l’emigrazione ” vivere e lavorare solo per sfamarsi non può essere la strada più semplice per un giovane quando entra in campo visivo che diviene una costante tanto da essere una verità assoluta una chimera l’ Europa o l’occidente dove sembra ,nella convinzione comune, che tutto sia facile e bello, “basta mettersi a ballare” per guadagnare da nababbi. Questa convinzione è avvalorata dal fatto che “L’ottanta per cento del danaro circolante in Africa viene dalle rimesse degli Africani che vivono al di fuori del proprio Continente”. Da queste premesse scaturisce la fonte che rifornisce maggiormente l’emigrazione, un emigrazione economica mentre quella dell’esule o del rifugiato per guerra è molto molto minore . Comunque il fenomeno anche se in aumento è una piccola parte del problema dell’Africa che dovrebbe essere “lasciata in pace” con questa affermazione Padre Emile ha fatto riferimento alla enorme incidenza negativa per uno sviluppo che questo continente potrebbe avere e che invece viene impedito dalle multinazionali e dagli stessi Stati Europei, ed Americani , tutti insieme con il ruolo ” di ladri” del territorio e dei beni di cui è piena l’Africa . Per i problemi di emigrazione verso il territorio Europeo non può proporre una soluzione se non quella di accogliere nel confermare il nostro essere scout e cristiani e non chiudere all’accoglienza ma adottare ” politiche intelligenti” che sappiano gestire il fenomeno migratorio è sicuramente utile il controllo degli ingressi e serve una azione seria di inserimento nel tessuto economico sociale di chi già oggi si trova nel territorio italiano. Quindi politiche intelligenti e le attuali sono insoddisfacenti e la scelta politica di chiusura di oggi produce solo ulteriore emarginazione ed insicurezza e non può essere condivisa e considerata valida per la soluzione del problema. Non è altrettanto utile voler sfamare l’Africa per far rimanere a casa sua chi vuole emigrare ma anche in questo caso, come prima indicato,è sicuramente la strada migliore ed intelligente lasciare in pace l’Africa. Padre Emile non ha una ricetta da scodellare ma un invito a riflettere e agire per una buona azione della politica e ricorda che l’unico strumento che ci è dato nella democrazia da cittadini è il voto che deve essere sfruttato per ottenere e dare la fiducia a quanti sapranno ascoltare la voce del cuore e della ragione. Nel colloquio che si è sviluppato tra Padre Emile e la sala, molti tra i convenuti hanno posto domande su quanto affermato dal sacerdote e nel condividere la sua posizione si sono proposti di sollecitare tutto il Movimento degli Adulti Scout Cattolici Italiani ad una azione ancora più forte ,di sensibilizzazione nei confronti della forze politiche al problema della immigrazione e che le stesse adottino soluzione intelligenti che limitino il disagio per chi è costretto ad immigrare e per il paese che li accoglie attraverso politiche d’integrazione e di sostegno effettivo dei paesi Africani senza ripetere gli errori del passato purtroppo non remoto, non impoveriamo l’AFRICA.
