Intervento del Presidente Naz. al CN del 21 Settembre
Carissimi, sono felice di rivedervi dopo la pausa estiva.
Questi ultimi mesi sono stati difficili; abbiamo vissuto tensioni di ogni genere, assistito a tragedie sulle strade, a violenze di ogni tipo, specie verso le donne. Drammatici i problemi aperti sul fronte dell’immigrazione. Non ultima la vicenda del crollo del ponte Morandi, diventato non solo per i Genovesi, ai quali va tutta la nostra vicinanza, ma per l’intera Italia, il simbolo di un Paese in decadimento, che sta implodendo.
A Genova, però, questo tragico evento ha fatto ritrovare ai suoi cittadini una compattezza impensabile fino al giorno prima del crollo. Con uno scatto di orgoglio i genovesi hanno recuperato, con grinta, la voglia di non lascarsi prendere dallo sconforto, dimostrando una tenacia ed una determinazione ferrea nel voler il più rapidamente possibile ricostruire il loro ponte; quando c’è unità di intenti … si può fare, nulla diventa impossibile!
Questa unità di intenti è motivo di speranza per tutta l’Italia. Penso che se riusciamo a mettere in risalto le cose belle che insieme, anche questa estate, abbiamo fatto e che continuiamo a fare – come gruppi scout e realtà cattoliche – potremo contribuire a rischiarare, pur con luci tenue, il grigiore nel quale siamo immersi.
E’ un tempo buio, anche per chi, come noi, non perde la speranza e attende che il cielo si rischiari per ritrovare la stella Polare, per orientarci nella giusta direzione.
Sentiamo la presenza del Signore tra di noi e siamo coscienti del suo amore infinito. Per questo motivo, anche quando vediamo le cose “in grigio”, il Signore vede noi “sempre a colori”.
Abbiamo bisogno di ritrovare, col Suo aiuto, la capacità di inventare linguaggi adeguati per riuscire a trasmettere, alle nuove generazioni, ciò che ha valore, ciò che è importante nella vita.
Il linguaggio di coloro che hanno responsabilità politiche dovrebbe essere misurato e rispettoso di tutti, scevro da battute infelici ed espressioni inadeguate. Non vi nascondo di sentirmi rammaricata per il fatto che l’Italia sia vista – nel complesso tema delle migrazioni – come un Paese chiuso all’accoglienza, quando invece la nostra storia, anche di noi scout, è una storia di cristiana civiltà.
Nella complessa realtà di oggi, in cui siamo continuamente connessi gli uni agli altri in maniera sempre più stretta e necessaria, a volte ci nascondiamo dietro ai paraventi delle nostre confortevoli abitudini, per rifiutare relazioni che possono mettere in crisi le nostre personali e fragili certezze.
Davanti a questo epocale impoverimento delle relazioni umane, che ci ha portato ad una sorta di nuova “Babele”, è necessario avere la libertà dei Figli di Dio, quella libertà insita in ciascuno di noi, nel nostro intimo.
Forti della nostra libertà, dobbiamo resistere all’astrattezza di un pensiero che gode di sé stesso, capace solo di riempire di vuoto il nulla.
Dobbiamo essere resilienti all’astrattezza del mondo dei “media”, del digitale, che invade ogni istante della nostra quotidianità, che invece di darci maggiore informazione e conoscenza ci priva della capacità di discernimento, senza che noi ce ne accorgiamo!
Desidero proporvi i versi di una canzone che Luigi Tenco cantava una cinquantina d’anni fa:
E se ci diranno che per rifare il mondo c’è un mucchio di gente da mandare a fondo ….
E se ci diranno che nel mondo la gente o la pensa in un modo o non vale niente ….
E si ci diranno che è un gran traditore chi difende la gente di un altro colore
noi che abbiamo visto gente con la pelle chiara fare cose di cui ci dovremmo vergognare
E se ci diranno che è un destino della terra selezionare i migliori attraverso la guerra…
… ebbene, noi risponderemo, noi risponderemo no no no no!
Ritroviamoci quindi in piazza a Spoleto per raccontarci ancora una volta le nostre speranze, che partono dalla responsabilità di fare bene ciò che ci viene chiesto e di farlo sorridendo, cercando di dare il meglio del meglio di noi.
Ossia di fare DEL NOSTRO MEGLIO, consci del fatto che questo non basta per cambiare il mondo, ma è quanto basta per cambiare la nostra vita, la vita di chi ci sta a fianco, il cammino delle nostre Comunità Masci, e quindi del nostro Movimento: noi iniziamo da qui!
Allora davvero le Comunità nella città andranno oltre la Festa, proiettandosi verso la Speranza!
Sonia