Il nostro abbraccio all’Ucraina – Oderzo2

Nulla potrà mai ripagare lo strazio di vite perdute, né sanare le ferite di chi ha perso tutto, la casa, il lavoro, gli amici, forse anche i compagni, mariti e padri e il sogno di una possibile vita felice, sotto le bombe di una guerra assurda voluta da un lucido pazzo e chissà da quali altri interessi non detti.

Nel silenzio ci curvermo, ci inginocchieremo ad abbracciare i bambini, le donne e gli anziani che cercano riparo tra le nostre case, cercheremo di asciugare le lacrime e confortare gli sguardi. Non chiederemo ‘perché’ ma ci basterà dire loro ‘siamo qui, vi ascolteremo, raccontateci il vostro dolore perché possa venire meno, riposate per un attimo il corpo e il cuore’.

NO, non siamo rimasti indifferenti, o peggio preoccupati sull’impatto della guerra alla nostra economia, alle esportazioni o al riscaldamente domestico (può esserci peggior cinismo di questo, di fronte alla distruzione di un Paese? Eppure è un pensiero che occupa le discussioni dei politici e della gente).

NO abbiamo detto, faremo la Pace! E vogliamo farla a cominciare da qui, contribuendo al meglio per accogliere chi chiede aiuto, sconosciuti che già amiamo semplicemente perché immaginiamo uguali a noi, fratelli di una stessa patria che è l’umanità.

Con gioia e sollecita operosità abbiamo quindi accolto subito (Estote Parati) la richiesta dei rappresentanti dell’Amministrazione comunale di preparare alcuni ambienti presso l’asilo comunale di Piavon in collaborazione con il coro ANA cittadino. In pochi giorni ci siamo organizzati, e in una settimana i locali sono stati sgombrati, tinteggiati a nuovo e preparati a ricevere gli ospiti. Quattro camere con 2 bagni, cucina e salottino, che potranno accogliere 12 persone, qualche famiglia.

Lo sparuto gruppetto di Adulti Scout del Masci, terminato il proprio lavoro quotidiano, si è ritrovato ogni tardo pomeriggio fino a notte in un clima di allegria, gocce di pittura bianca sul viso e rinnovata complicità. La cosa bella è che ci hanno aiutato anche alcuni nostri figli, Scout, che hanno così potuto vedere adulti in spirito di servizio e hanno assaporato con noi la gioia del dono. Non sono mancate le batture, i rimbrotti scherzosi, un bicchiere di vino (bianco anche quello, per coerenza) e la fatica del tardo rientro a casa, consci che ‘domani si ricomincia’.   

Ricominciare, si, ripartire da qui, è l’augurio che portiamo a chi è stato sfortunato, a chi è inciampato nella Storia, una brutta storia, ma che può vedere i germogli di una possibile Storia nuova perché, loro lo sanno, sono come noi, siamo tutti parte di una stesso Paese: l’Umanità che non muore.

Giuseppe Casagrande

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